Perché non fare una certificazione sensoriale?

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Se è vero che il primo obiettivo di un vivente è la sopravvivenza, è altrettanto evidente che il secondo sia vivere bene. Ne consegue che, in ambito alimentare, la garanzia igienica sia prioritaria, subito seguita da quella sensoriale. Ma c’è di più: mentre la prima, al momento dell’acquisto, si dà per scontata, la seconda è tutt’altro che certa e si potrà scoprire solo ad acquisto eseguito e conto saldato, quando cioè si apre la confezione e si assaggia. Per molte referenze, ma non per tutte, perché una serie di produttori riuniti nell’Istituto Eccellenze Italiane Certificate sottopone i propri prodotti alla certificazione sensoriale con l’obiettivo di garantire il piacere al fruitore del bene migliorando così la qualità della sua vita. Ma come si fa a realizzare una certificazione sensoriale? L’ha spiegato il prof. Gian Paolo Braceschi al workshop che si è svolto presso la Sweet Academy del Gruppo Grondona (Grondona, Bonifanti, Bocchia).